Trickster Orchestra
Cymin Samawatie e Ketan Bhatti, «Trickster Orchestra», ECM Records 2021, 1 CD.
Il progetto rappresentato da una compagine musicale come la Trickster Orchestra restituisce l’idea di una musica plasmata da una miscela di tradizioni differenti immerse in un presente aperto e vitale. Una visione che Cymin Samawatie e Ketan Bhatti riescono a concretizzare in questo lavoro discografico uscito recentemente per l’etichetta di Manfred Eicher, offrendo nove brani che disegnano un viaggio in un mondo sonoro la cui cifra multietnica viene armonizzata in una originale coerenza compositiva di fondo, capace di legare e compenetrare le diverse composizioni.
Un carattere che emerge fin dall’iniziale “Shir hamaalot”, brano che ci introduce in un impasto timbrico che ritroveremo sempre differente brano dopo brano, segno sonoro sgorgato di volta in volta dal fluire carsico e cangiante di una materia musicale nella quale convivono, tra gli altri, i suoni del violino, violoncello, contrabbasso, clarinetto o pianoforte con quelli di strumenti quali il ney (flauto longitudinale iraniano-turco), sheng (armonica a bocca cinese) o kanun (cetra orientale).
Un impasto variegato nel quale all’incedere obliquo ma pregnante della batteria e delle percussioni di Ketan Bhatti fa da contraltare la direzione flessibile e la vocalità morbida di Cymin Samawatie, capace di rievocare panorami modali e orizzonti etnici in una miscela linguistica che combina frasi pronunciate in ebraico, turco e arabo, ispirandosi a versi tradizionali così come ai salmi ai testi di poeti sufi Rumi e Hafiz.
Un tracciato musicale che scorre quasi senza soluzione di continuità da un orizzonte espressivo all’altro, ora offrendo reminiscenze gregoriane scaturite da brani come “Gebete”, ora rimandi reiterativi di sapore vagamente minimalista innestati in composizioni quali “Kords Kontinuum”, in una varietà stilistica che nutre la cifra originale e coinvolgente che si rivela la caratteristica principale di questo disco. (© Gazzetta di Parma)