Il ruolo della critica: un libro per chi scrive (o legge) di musica
Vincenzo Martorella «Ascoltare / Scrivere», Ottotipi 2018, pp. 286.
Per chi “scrive” di musica – così come per chi “legge” di musica – avere per le mani il libro di Vincenzo Martorella – docente, storico e giornalista – contribuisce a far riaffiorare una moltitudine di considerazioni, riflessioni e ragionamenti che hanno a che fare con il ruolo della critica musicale – e, se vogliamo, della critica tout court – nel panorama odierno. A dire la verità, tali considerazioni, riflessioni e ragionamenti si ripresentano in maniera costante, addirittura quasi rituale a giudicare dalla sistematicità con la quale le domande su ruolo, finalità e utilità della critica vengono proposti in maniera più o meno strutturata.
Per avere un’idea di questo panorama basta dare un’occhiata all’essenziale ma significativa bibliografia che l’autore propone alla fine della sua trattazione dove, tra gli altri, possiamo trovare il riferimento allo scritto di Michel-Dimitri Calvocoressi “The Principles and Methods of Musical Criticism” (1931, qui citato nella ristampa della Da Capo Press 1979), all’articolo di Leonardo Pinzauti ospitato nel 1995 sulla Nuova Rivista Musicale Italiana e titolato “Ma è proprio vero che è morta la critica musicale sui giornali?”, fino ad arrivare al 2010, anno di pubblicazione dell’intervento “Twitter And The Death Of Music Criticism” di Christopher Weingarten. Dalla critica con radici ottocentesche di Calvocoressi ai problemi del sempre minor spazio sui giornali del periodo pre-social di Pinzauti, fino ad arrivare alla morte della critica paventata da Weingarten sull’altare dei 140 caratteri (oggi, intanto, passati a 280) di Twitter, il problema del ruolo e della funzione della critica musicale pare proprio andare al di là dei periodi storici, dei generi musicali e degli strumenti di comunicazione.
Martorella imposta il suo lavoro sulla base di una griglia metodologica molto operativa – indicativo il sottotitolo “Manuale (improprio e antologico) di critica musicale” – divisa tra “Teoria” e “Pratica”, dedicata essenzialmente alle musiche extra-colte, come dichiarato della sua “Introduzione a temi e problemi”, e completata da una ricca “Antologia” di scritti dello stesso autore, pubblicati su varie testate in un arco di quindici anni. Un libro utile sia per chi “scrive” (o vuole scrivere) di musica, sia per chi “legge” di musica, che non offre una panoramica omnicomprensiva della critica – come ammette lo stesso autore – ma molti spunti concreti per continuare a confrontarsi con la critica musicale e le sue trasformazioni odierne, consapevoli del fatto che, parafrasando il Tom Nichols de “La conoscenza e i suoi nemici”: «l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno è l’ennesimo panegirico per una cosa che, lo sappiamo, non è affatto morta». (© Gazzetta di Parma)