Max Weber, sociologo della musica
Torna, in una nuova edizione italiana a cura di Candida Felici per il Saggiatore, la Sociologia della musica di Weber
Con felice intuizione, il Saggiatore ha pubblicato Sociologia della musica, testo di Max Weber (1864-1920) apparso in origine postumo nel 1921 e qui proposto in una nuova edizione critica, la prima generata nel nostro Paese, affidata all’accurata curatela di Candida Felici, artefice anche della traduzione.
Procedendo in ordine sparso tra le pagine di una casuale reminiscenza bibliografica dedicata ai risvolti sociologici della musica, la figura di Max Weber affiora per «l’aspetto della progrediente razionalità», come ebbe ad annotare Adorno nella sua Introduzione alla sociologia della musica (1962, qui citata nella traduzione italiana di Giacomo Manzoni per Einaudi del 1971), per «l’enciclopedica erudizione» evidenziata da Antonio Serravezza nell’introduzione a La sociologia della musica, raccolta di saggi da lui curata per EDT (1980), o ancora per essere stato definito da Karl Jasper «il più grande tedesco del nostro tempo», come ricorda Marcello Sorce Keller nel suo scritto Musica e sociologia (Ricordi 1996), dove evidenzia anche che «tutti i suoi sforzi di ricercatore infaticabile sembrano stimolati e unificati dal desiderio di comprendere i tratti salienti della civiltà occidentale»… continua a leggere… (© Il giornale della musica)