Introducing

Il Quinto Elemento, «Introducing», Filibusta Records 2020, 1 CD

Spesso l’essenza di un progetto musicale emerge dall’affinità di intenti condivisa tra chi vi partecipa, così come un approccio libero e stilisticamente trasversale risulta efficace se il tracciato, per quanto originale ed eclettico, viene disegnato con coerente consapevolezza. Si tratta di prospettive che possiamo ritrovare pienamente nel primo lavoro discografico realizzato dall’ensemble “Il Quinto Elemento”, formazione vocale costituita dalle cantanti Irene Giuliani, curatrice anche degli arrangiamenti, Mya Fracassini, Elisa Mini, Paola Rovai e Stefania Scarinzi.

Un gruppo che dall’essere esclusivamente “al femminile”, assieme alla varietà di esperienze maturate dalle diverse vocalist, ricava quella caratteristica distintiva che permette a questa formazione di offrire un repertorio “a cappella” in grado di giocare con gli stili e i generi musicali, evocando atmosfere che spaziano da Rossini allo scat, dal jazz ai cori bulgari, il tutto con una vena ironica piacevolmente coinvolgente.

Caratteri che emergono sia nelle composizioni originali – come il bano eponimo “Introducing”, nel quale le cinque cantanti si presentano, la giocosa “Anatrolley” o ancora l’estrosa “Farnetico” – sia nelle eleganti reinterpretazioni di brani quali la sofisticata “You’re everything” di Karl Potter e Chick Corea, l’intensa “Eu Sei Que Vou Te Amar” di Vinicius De Moraes e Tom Jobim o la classica “Over The Rainbow” (Arold Arlen, E. Y. Harburg). Una successione di interpretazioni che restituiscono la capacità di questa formazione di intrecciare le proprie voci con estrema naturalezza e libertà, attraversando stilemi compositivi anche molto distanti tra loro con una contagiosa leggerezza.

In questo senso, proprio al centro dell’album troviamo una divertita e divertente interpretazione della celeberrima “Wannabe”, brano che ha portato al successo planetario il gruppo pop delle Spice Girls nel 1996, o l’originale rilettura di “Acido”, brano pubblicato nel 1998 e bandiera del gruppo post-punk italiano Prozac+, qui proposto in una curiosa e fascinosa versione aperta con un arrangiamento polifonico evocante gli intrecci vocali dei mottetti rinascimentali, regalandoci una delle interpretazioni più riuscite ed eclettiche di questo godibilissimo esordio discografico. (© Gazzetta di Parma)