Il “Simon Boccanegra” del laboratorio
Il “Simon Boccanegra” scaturito dal “Progetto Opera Laboratorio” della Fondazione Teatri di Piacenza ha aperto venerdì scorso la stagione lirica del Teatro Municipale proponendo un allestimento funzionale e, nel complesso, efficace, capace di suscitare l’entusiasmo di un pubblico folto, partecipe e caloroso. Responsabile didattico del laboratorio è Leo Nucci, curatore anche della regia di questa messa in scena che, anche grazie ai costumi di Artemio Cabassi e alle scene di Carlo Centolavigna, ha saputo coniugare i caratteri di un impianto tradizionale alla sobria efficienza drammaturgica tratteggiata sul palcoscenico. Nell’affrontare una delle opere più complesse di Verdi, sia per genesi sia – soprattutto – per sfumature espressivo-stilistiche disseminate tra tracciati vocali e tessitura orchestrale, questo nuovo allestimento, realizzato in coproduzione con Teatro Alighieri di Ravenna e in collaborazione con il Teatro dell’Opera di Marsiglia, ha proposto una lettura misurata ed equilibrata, concretata in una funzionale alchimia drammaturgico-musicale. Un quadro che ha visto protagonisti i personaggi di questa intricata vicenda, a partire dal Boccanegra restituito con buona solidità da Manolov, dalla Maria/Amelia messa a fuoco con apprezzabile impegno – soprattutto negli ultimi due atti – da Clarissa Costanzo, oltre al Fiesco adeguato di Denti, così come il Gabriele Adorno di Defabiani e l’Albiani di Petti. Alla guida dell’Orchestra dell’Opera Italiana e del Coro del Teatro Municipale di Piacenza preparato da Corrado Casati, Pier Giorgio Morandi ha diretto le compagini attraverso un sostanziale equilibrio generale… continua a leggere… (© Il giornale della musica)