Enjoy
Blue Moka «Enjoy», RNC Music 2023, 1 CD
La gioia di immergersi in quaranta minuti circa di musica immediata, fresca e trascinante: questo è l’esito del primo ascolto di “Enjoy”, secondo album di un dinamico quartetto formato da Alberto Gurrisi (organo Hammond), Emiliano Vernizzi (sax), Michele Bianchi (chitarra) e Michele Morari (batteria).
Un’impressione che viene confermata anche dal secondo ascolto e dai successivi, che aggiungono densità e consapevolezza agli strati stilistici che i quattro musicisti protagonisti di questo lavoro apportano agli otto brani che hanno costruito per questo nuovo lavoro, pubblicato poco più di un mese fa dell’etichetta RNC Music.
Se il brano iniziale, “Enjoy Enjoy” avvia il discorso musicale sulla scia di un dinamismo immediato e coinvolgente, già dalla seconda traccia “What Happened?” il quartetto idealmente puntualizza – con un richiamo iniziale a certe sconsolatamente famose e surreali esternazioni “anti-pandemia” – che leggerezza non significa superficialità, tutt’altro, come la musica stessa – seppure immediata e trascinante – ci ricorda.
La facilità di dialogo e interplay che i quattro musicisti qui impegnati restituiscono all’ascoltatore testimoniano un’intesa compatta e comunicativa, che emerge brano dopo brano anche attraverso i ruoli ben definiti che i singoli interpreti incarnano nell’ambito dell’identità comunque univoca e riconoscibile espressa da questa formazione. Un ensemble che appare consolidato e rodato, dunque, e che per questo lavoro ha scelto di esplorare impasti espressivi che spaziano dal jazz-funk all’acid jazz più morbido, con un accenno di elettronica e qualche rimando rock.
In questo quadro, appaiono in qualche modo significative le uniche due reinterpretazioni incastonate proprio al centro di un album composto di brani originali – tra i quali citiamo anche “Homeland”, “Lotus Night” e la conclusiva “TOUWW” – firmati, in varie combinazioni, dagli stessi componenti del gruppo: “Teardrop” dei Massive Attack e la successiva “A Foggy Day” di George Gershwin.
Due brani qui restituiti con bella fantasia e che, in questo contesto, raccontano parecchio del gusto aperto e dinamico e, al tempo stesso, della capacità di coerenza stilistica espressa da questo quartetto, formazione peraltro di casa nella nostra città per più di un motivo. E anche per questo, sicuramente da ascoltare e riascoltare. (© Gazzetta di Parma)