Tutte le correnti di Bergamo Jazz
L’aria ancora fresca di questo inizio di primavera ci ha accompagnato tra le vie di Bergamo, girovagando tra teatri, auditorium e altri luoghi per seguire alcuni dei diversi appuntamenti che hanno abitato il fitto cartellone della 41esima edizione del Bergamo Jazz Festival.
Manifestazione che si conferma tra le più attrattive del panorama italiano – e il folto pubblico presente ai diversi appuntamenti lo testimonia – questa edizione è stata l’ultima firmata dalla direzione artistica di Dave Douglas che, per il quarto anno consecutivo, ha tracciato le linee caratteristiche di un programma che pareva racchiudere, come in un ideale otre dei venti di omerica memoria, differenti correnti stilistiche di un panorama musicale alquanto variegato. Naturalmente sappiamo che il passaggio dalla teoria dei nomi sulle locandine alla pratica dell’ascolto del singolo concerto può riservare più di una sorpresa, e così è stato anche in occasione dei diversi appuntamenti che abbiamo seguito nelle giornate tra il 21 e il 23 marzo.
Va detto innanzitutto che, una volta sciolto l’otre, non siamo stati travolti da nessuna sconvolgente tempesta, piuttosto siamo stati trasportati da brezze musicali più o meno intense e variegate, a partire dalla bella festa dedicata a Gianluigi Trovesi, artista bergamasco al quale è stato regalato il palcoscenico del Teatro Sociale in Città Alta per celebrare i suoi 75 anni e una carriera lunga e multiforme, in parte evocata nei due set che hanno animato la serata del 21 marzo…continua a leggere… (© Il giornale della musica)