Verdi è Social

Nelle ore in cui si diffondeva la notizia che il ministro alla Cultura Dario Franceschini ha deciso di non inserire il Festival Verdi di Parma nel decreto Cultura – escludendolo quindi dai relativi finanziamenti perché considerato un’iniziativa di interesse locale e non nazionale – veniva presentato il progetto #VerdiMuseum, una iniziativa originale, nata come si dice “dal basso”, che può offrire una via diversa alla valorizzazione di un patrimonio culturale qual è quello rappresentato dall’opera e dalla figura di Giuseppe Verdi.
Al di là delle valutazioni politiche legate ad un festival come quello di Parma che ha sempre subito da sempre vicende travagliate – sia in tempi di vacche grasse come nel 2001 di Bruno Cagli, sia in tempi di vacche magre come gli attuali – e in uno strano gioco di incroci ideali con le motivazioni del Ministero, questo progetto sembra una specie di incarnazione dell’ormai datato mantra “Think Global, Act Local”, l’uovo di Colombo che ci propone un Cigno di Busseto social e che forse può offrire una nuova dimensione ai vecchi buoni propositi legati a ormai fantomatiche sinergie turistico-culturali, sempre rilanciate e sempre disattese.
#VerdiMuseum unisce le tre dimensioni di spazio fisico, spazio mentale e spazio mediale, racchiuse in un portale web e un’App museale gratuita per iPhone al servizio del turista e di tutti gli appassionati di Giuseppe Verdi. Una mappa che permette di scoprire le tracce della vita,del carattere, delle opere e dei luoghi che hanno accompagnato la vicenda verdiana. Percorsi di visita, informazioni, suggerimenti in un’unica piattaforma gratuita, multilingue, social, accessibile e costantemente aggiornata.
Nato come progetto del Master SQcuola di Blog nell’ottobre 2013, #VerdiMuseum è sviluppato da professionisti nel settore della tecnologia digitale quali LEN (Learning Education Network) e Xonne, ed è promosso da Fondazione Teatro Regio di Parma, con il sostegno dal Comune di Parma. La raccolta dei fondi necessari allo sviluppo del progetto sarà basata sul crowdfunding, come spiega Alberto Giusti, specialista nel settore: «Saranno due le campagne pensate per #VerdiMuseum, su diverse piattaforme e rivolte a diverse tipologie di sostenitori. La prima, nazionale, è rivolta a reclutare gli stakeholder italiani, ossia tutti coloro che sono interessati a vendere prodotti o servizi legati a Verdi e ai luoghi Verdiani, da utilizzare come ricompensa (rewards) nella seconda campagna internazionale. Una parte del ricavato sarà destinata ad implementazioni tecniche e gestione della piattaforma, un’altra parte ad obiettivi da portare a termine in relazione alla cifra raccolta (sono i cosiddetti stretch goal: il restauro di un luogo, la digitalizzazione di un archivio, l’acquisto o l’esposizione di materiali…). Diventando “donor” della prima campagna, si entra nella mappa della App con il proprio logo o nome, legando il proprio nome ad un brand rivolto al mercato internazionale.»
Il tempo ci dirà se questa dimensione social dello sviluppo turistico-culturale rappresenta una via efficace per il nostro atavico bisogno di fondi per una seria valorizzazione del patrimonio del nostro Paese. Nel frattempo ecco una prima manciata di profili del #VerdiMuseum nei quali andare a curiosare: Facebook: www.facebook.com/verdimuseum; Twitter: @VerdiMuseum; Pinterest: VerdiMuseum; YouTube: VerdiMuseum; Tumblr: VerdiMuseum. (© il giornale della musica)