Letting Go
Greg Lamy e Flavio Boltro, «Letting Go», Igloo Records 2023, 1 CD
Da poco pubblicato dall’etichetta discografica di Bruxelles Igloo Records questo nuovo lavoro consolida il rapporto creativo tra il chitarrista e compositore americano-lussemburghese Greg Lamy e il trombettista piemontese Flavio Boltro, una complicità quella tra i due musicisti maturata anche in occasione dei numerosi concerti tenuti a più riprese in tutta Europa.
Dopo “Meeting” (2013), “Press Enter” (2017) e “Observe the Silence” (2021), in questo quarto disco realizzato dai due artisti troviamo in particolare uno spazio più ampio e articolato affidato al musicista italiano, autore anche di alcuni brani come, tra gli altri, “Coccinelle” e “Onirica”, vale a dire due tra gli esempi più riusciti del disco, frutto di un segno espressivo che riesce a fondere le personalità dei due solisti mantenendone peraltro ben rintracciabili i connotati individuali.
Affiancati da strumentisti di palese affidabilità come Gautier Laurent al basso e Jean-Marc Robin alla batteria, Lamy e Boltro riescono quindi a tratteggiare i dieci brani che compongono l’album grazie a una fluidità di dialogo che conferma una solida affinità, restituita attraverso una multiforme impronta compositiva capace di coniugare momenti più dinamici a oasi dal respiro maggiormente dilatato.
Il tutto attraverso una coerenza stilistica nella quale il raffinato tessuto melodico-armonico viene miscelato con un gusto spontaneamente comunicativo ed elegantemente immediato.
Brani segnati ora dalla cifra istantanea come l’iniziale “Bridge House”, ora dal clima articolato come “My Dearest”, fino ad arrivare alla ricca sinuosità di una composizione come “Enfin”, rappresentano i differenti tasselli che contribuiscono a comporre un fresco mosaico espressivo dove scrittura musicale e improvvisazione si fondono senza soluzione di continuità, trovando i punti di maggiore efficacia nei dialoghi tra la tromba di Boltro e la chitarra di Lamy, intenti viaggiare ora in parallelo ora all’unisono.
Caratteristiche che trovano la loro sintesi emblematica nell’unico brano non originale dell’album, un omaggio al Pino Daniele di “Chi Tene O’Mare”, titolo scelto dallo stesso Boltro e che chiude il disco con un rimando alle istanze ecologiche del nostro tempo. (© Gazzetta di Parma)