Tears and Light
Yugen «Tears and Light», Dodicilune 2023, 1 CD.
L’idea musicale che caratterizza il trio salentino denominato Yugen – formato da Katya Fiorentino al pianoforte, Stefano Compagnone al basso e Maurizio De Tommasi alla batteria – pare potersi ricondurre a un approccio compositivo strutturato, basato su una serie di matrici ritmico-motiviche dalle quali i tre musicisti si muovono per esplorare molteplici combinazioni.
Un impianto che, pur nelle differenze più o meno palesi delle diverse tracce, identifica in maniera uniforme il clima degli otto brani raccolti in questo recente album, segno tangibile di un lavoro di distillazione stilistica che plasma il carattere di questa formazione e delle composizioni che ne rappresentano la personale espressione.
Una materia musicale che prende le mosse dai disegni compositivi tutti firmati dalla Fiorentino e declinati ora di avanzamenti motivici compatti e reiterati, ora in sortite solistiche verticali, nelle quali ognuno dei tre musicisti trova uno spazio dedicato alla propria cifra interpretativa, sostenuti dai compagni di viaggio con presenza discreta e coerente.
Davide Ielmini nelle note di copertina che accompagnano il disco richiama come modello per questo trio «da un lato gli americani Bad Plus e dall’altro lo svizzero Nik Bärtsch», rimandi che possono in effetti guidare l’ascolto in un binario stilistico coerente con il clima idealmente rituale evocato dall’andamento ciclico dei pattern ritmico-tematici che si susseguono, brano dopo brano, scorrendo ora paralleli ora giustapposti.
In questa prospettiva già “Loose words”, la composizione che apre l’album, presenta questa matrice stilistica in maniera decisamente definita, per poi lasciare spazio allo sviluppo delle successive varianti plasmate dei brani seguenti, in alcuni dei quali ad affiancare i componenti del trio si aggiungono ora la chitarra affilata di Valerio Daniele nel brano eponimo, ora l’espressiva tromba di Giorgio Distante nella successiva “If you want”, ora ancora la pregnante elettronica di Francesco Massaro in “Interludio – Picture#1”, brano quest’ultimo dal respiro più ampio e articolato, esempio forse tra i più significativi dell’interessante carattere espressivo che connota il trio Yugen. (© Gazzetta di Parma)